Lucido, opaco, velato
S'intitola “Introduzione al vuoto”, da un'opera del1978 di Antonio Scaccabarozzi, una personale dell'artista brianzolo (1936-2008) curata da Elisabetta Longari e aperta fino al 24 aprile nella Nuova Galleria Morone.
Il percorso della rassegna ne segue la ricerca, connotata da un forte sperimentalismo sul fronte sia dei materiali sia dei processi della visione, dagli esordi, alla metà degli anni Settanta, quando crea le serie “Fustellati” e “Prevalenze”, sino alla fine. Un'opera, quella di Scaccabarozzi, organizzata in cicli basati sulla diversa natura tanto del supporto (tela, carta, plastica) quanto del colore.
La mostra ne dà puntualmente conto, senza dimenticarne il versante installativo. Cuore della personale sono però, per la curatrice, le “Quantità libere di colore”, nelle quali questo artista, tanto sofisticato quanto appartato e riservato, riflette sul tema a lui caro del binomio trasparenza-opacità. In questo caso si serve ora di pigmenti coprenti ora di colori o di materiali (come i traslucidi fogli di polietilene sovrapposti) tanto diafani da trasformare il suo lavoro pittorico in una sorta di epifania,che trova poi compimento nel ciclo “Velature”, eseguito a olio (nella foto, “Polietilene, quantità di blu”.1991).□ Ad.M.