• 1973 - Antonio Scaccabarozzi, Galleria della Cappelletta, Osnago (CO)

galleria della cappelletta - via trento - 22058 osnago (CO)

 

Indicazioni metodologiche

1. L'oggetto, che viene allegato al catalogo, si presta ad offrire non tanto una immagine casuale di un'opera finita, quanto una campionatura del processo operativo globale, ed intende realizzare pertanto una, per quanto limitata, indicazione didattica.

L'intervento del fruitore, il quale completa l'oggetto secondo le istruzioni allegate, non è stato richiesto. per una finalità Iudica o di attivazione creativa; la ricostruzione, al contrario, deve determinare un dato di coscienza che permetta di giungere, con questi mezzi, a quel livello sufficiente e necessario per una comprensione oggettiva della tipologia costruttiva e delle leggi fenomeni che presiedono all'opera (il punto focale di questa operazione consiste nella accettazione della coincidenza del linguaggio con la sua stessa funzione).

In ognuno degli operatori, di cui ci occupiamo, la proposta trova una disponibilità non casuale.

Superato il momento storico della programmazione, come atto ideologico e politico, del fare arte, e oltrepassato l'invischiamento nel procedimento concettuale (inteso come atto fine a se stesso ed in tale maniera resosi categoriale) si prevede che si possa operare concordemente a restituire un'idea metodologica che tenda chiarificare il processo operativo globale dell'azione artistica.

 

2. Recuperare il significato umano che sta dietro all'opera e fare uscire dall'anonimato di una «maggioranza» silenziosa l'artista ricercatore, dovrebbe essere uno degli obiettivi di base.

Si tenta per ciò di conseguire questo scopo non per mezzo di un intervento esterno ed estraneo alla costruzione della personale messa in forma del mondo, ma mediante un mezzo di collaborazione, che trova il suo punto di partenza in una nuova e comune co- scienza metodologica.

A questa determinazione si è giunti per molte vie. Possiamo verificarne una. Partendo da una critica a quelle concezioni psicologiche che intendono l'attività conoscitiva come una graduale presa di possesso del mondo del circostante, il quale in questo rapporto fungerebbe come elemento statico, si viene ipotizzando una tesi per la quale non ci s'incontra mai con gli oggetti ma con la propria stessa attività.

I,'arte «presa di coscienza» non rappresenterebbe che un «comportamento» come un altro in riferimento alla possibilità di schematizzare il rapporto tra se, gli altri e le cose: una nuova prassi conoscitiva non deve perciò avere come obiettivo una realtà esterna, ma se stessa.

Dal «discorso sul metodo» non si può pervenire quindi (anche attraverso l'analisi dei processi storici della filosofia l-e della epistemologia) che ad un «metodo del discorso»: perché il mondo stesso è unb «metodologia generale» nella quale le «metodologie particolari» gestiscon~ gangli di relazioni antropologiche.

E. L. Francalanci

 

 

Tipificazione e metodo do procedimento

1.  Supporto rigido.

legno compensato:

Strati sottilissimi di legni diversi sovrapposti con le fibre incrociate, incollati e compressi in modo da offrire alta resistenza rispetto allo-spessore e scarsa sensibilità alle variazioni termiche.
Questo materiale verrà trattato a rasatura e idropittura nella stessa misura che sarà trattato il supporto elastico, per dare un aspet to materico simile alle parti visibili sotto gli elementi sollevati. Quan::io i due supporti saranno incollati fra di loro, (salvo gli elementi) faranno corpo unico ed eviteranno l'idea di buco.

2. fustella a mano:

Utensile in acciaio a forma conica, con base circolare di vario diametro e affilata per il taglio netto; impugnatura proporzionata alla circonferenza di base e a testa piatta.
questo utensile verrà modificato; la circonferenza di taglio sarà interrotta in un punto X mediante limatura. Il pezzo mancante, sempre in proporzione alla misura del diametro, sarà il punto di attacco degli elementi sollevati.

3. martello a mano:

Utensile che per la forza viva impressagli esercita col proprio peso un urto o una pressione sul pezzo da lavorare o su altro utensile. E' costituito da una parte in ferro, più o meno massiccia, termina da un lato con una superficie piana piuttosto larga (testa), mentre dall'altro lato si affina (penna): al mezzo un foro rettangolare (occhio) in cui si innesta il manico.

4. supporto elastico.

tela:

una delle armature tessili fondamentali; distinta da un incrocio il più semplice e il più legato; è costituita da una serie di fili disposi in senso della lunghezza che si intrecciano col filo di trama in modo che questo passa una volta al disopra dei fili dispari e al disotto dei fili pari, nelia volta successiva al contrario e cosi via.
Essa si presenta già come struttura-trama-texture di particolare interesse.
Il problema per me in questo caso, è di sostituire alla struttura preesistente un'altra di natura diversa.
Mediante il trattamento con idropittura e preoccupandomi di scegliere una tela tessuta con filo finissimo, mi è facile trasformare da caratteristico ad anonimo il supporto.
La tela è preparata in eguale spessore sulle due superfici in modo che la tensione dei punti sollevati sia di pari forze permettendo la stabilità di direzione.

5. tondatura da fustella.

Tecnica usata per la realizzazione: il martello agisce in testa alla fustella posata perpendicolarmente al piano (supporto elastico) nei punti dove la progettazione ha destinato la posizione e la direzione degli elementi.
Servirmi del metodo di lavorazione «tondatura», mi ha maggiormente indotto ad analizzare di volta in volta il comportamento dell'opera.
Le costanti e le molteplicità dei fenomeni come risultato finale.

Ho dovuto quindi procedere per gradi, distinguendo le varie direzioni di ricerca, pur lavorando contemporaneamente a due problemi contrapposti (statico-dinamico).
L'energia è basata sulla duali tà che si stabilisce a tutti i livelli della concezione. L'accumulazione degli elementi traslati, rotanti, in espansione, in diminuzione graduale; generano vitalità essendo essi all'interno della costruzione in un rapporto bilaterale di forze in tensione.

 forze dinamiche

⇓                         ⇒  punto di vista variabile

mobilità all'interno della struttura       ⇒    vibrazione

                                   ⇒  rotazione continua

 Ho inteso denominare «punto di vista variabile» solo quei risultati visivi che provocano lo spettatore a spostarsi per osservare una trasformazione minima dell' immagine da una visione piana ad una visione spaziale.
Nel caso specifico gli elementi hanno un carattere unidirezionale.
La rotazione continua, a differenza senza spostamento alcuno da parte dello spettatore, ha già in sé proprietà dinamiche sufficienti.


 A partire da questo grafico si può individuare come procede l'orientamento degli elementi che ruotano a 45° rapporto ad uno schema ortogonale.
Il sistema come ipotesi di interesse, ripetuto in questo ordine sulle orizzontali della superficie, darà ad elementi sollevati un fenomeno di ripartizione luminosa organizzata sulla trama verticale. Questo fenomeno avviene a prescindere dal punto di provenienza della luce che investirà il tutto.

vibrazione luminosa + ombra
giallo o bianco fluorescente inteso come non colore

Ho notato che i miei lavori alla luce naturale (se non disposti in modo particolare) soprattutto nelle stagioni di luce bassa, sono poco visibili. Questo fatto mi suggerì 'l'idea di intervenire sugli elementi con pittura fluorescente, ma solo per evidenziarli in maniera equilibrata (giallo o bianco). Attraverso questa luminescenza non ne risulta un'alterazione del significato generale; potrebbe essere una nuova occasione di fruizione all'interno dello stesso problema.

 

Antonio Scaccabarozzi